1 Dicembre 2021
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1 dicembre: giornata mondiale per la lotta all’Aids

di Bergamo per i Giovani

Perché ha ancora senso parlarne?

L'idea di una Giornata mondiale contro l'AIDS ha avuto origine al Summit mondiale dei ministri della sanità sui programmi per la prevenzione dell'AIDS del 1988 ed è stata in seguito adottata da governi, organizzazioni internazionali ed associazioni di tutto il mondo.

Da allora, ogni anno, è diventata occasione per accendere i riflettori su questa malattia la cui letalità negli anni è cambiata ma che non possiamo ancora considerare sconfitta. Nel 2020, nel mondo, le persone con Hiv erano quasi 38 milioni; 1 milione e mezzo le nuove infezioni, 680 mila i morti per cause correlate all’Hiv di cui 70 mila minori di 15 anni.

Sebbene si siano compiuti progressi significativi negli ultimi decenni, importanti obiettivi globali per il 2020 non sono stati raggiunti a causa delle disparità di accesso alle cure e del minor riconoscimento dei diritti umani nei paesi più poveri.

Gli obiettivi della giornata 2021

Il Covid-19 sta aggravando le disuguaglianze e le interruzioni dei servizi, rendendo la vita di molte persone che vivono con l'HIV più impegnativa. Il tema della Giornata mondiale 2021 è "Porre fine alle disuguaglianze. Porre fine all'AIDS", con particolare attenzione al raggiungimento delle persone lasciate indietro, quelle che, più difficilmente, possono accedere ai servizi essenziali per l'HIV. Obiettivo è garantire che tutti, ovunque, abbiano pari accesso alla prevenzione, ai test, al trattamento e alle cure per l'HIV, comprese le vaccinazioni e i servizi Covid-19.

Negli anni, però, qualcosa è stato fatto in termini di ricerca e cure.

“La infezione da HIV non è ancora guaribile, ma è curabile.” dice Franco Maggiolo, infettivologo dell’ospedale Papa Giovanni XXIII. “La terapia si basa sulla assunzione cronica di farmaci specifici. Al momento tutti questi farmaci sono somministrabili per bocca e sono formulati in modo tale che nella stragrande maggioranza dei casi sia sufficiente una singola pastiglia al giorno. Cambiare una malattia, invariabilmente mortale se non curata, in una condizione cronica e garantire una sopravvivenza simile alle persone con HIV in confronto ai concittadini non infetti è sicuramente un notevole successo. I farmaci agiscono bloccando la replicazione del virus e conseguentemente prevenendo il decadimento della situazione immunitaria e preservando quindi lo stato di salute. Come per tutti i farmaci anti-infettivi è rilevante l'importanza della assunzione regolare e continuativa per prevenire l'insorgenza di virus resistenti e quindi non più rispondenti alla terapia. Reprimere la replicazione del virus e mantenerla soppressa vuol anche dire che la persona con infezione non risulta più contagiosa avendo rapporti sessuali non protetti e quindi può condurre una vita sessuale esattamente come le persone non infette. Questo risultato possibile con le moderne terapie, costituisce la valenza epidemiologica di sanità pubblica di una terapia che ha già raggiunto ottimi risultati”.

Paolo Meli, di Bergamo Fast-track City, rinforza quest’ultimo concetto: “Uno dei temi centrali da sottolineare è U=U, undetectable equals untrasmittable, non rilevabile è uguale a non trasmissibile.” Cosa significa? “Chi sa di avere l’HIV (ha fatto per tempo il test) ed assume correttamente la terapia (azzerando di fatto la carica virale) non solo non si ammalerà mai di AIDS ma NON trasmette l’infezione”.

La prevenzione a Bergamo

Bergamo ha aderito alla rete delle Fast Track City da marzo 2019, si tratta di un network mondiale di città focalizzato al raggiungimento degli impegni contenuti nella Dichiarazione di Parigi del 2014, in particolare quello del 90-90-90 (90% di tutti i casi di HIV viene diagnosticato; il 90% delle persone sieropositive ha accesso alle terapie antiretrovirali; il 90% delle persone trattate raggiunge la soppressione della carica virale) e quello della riduzione dello stigma a zero.

Alla rete aderiscono tutte le realtà del terzo settore che si occupano di HIV/AIDS nella nostra provincia, tra cui Croce Rossa di Bergamo, Arcigay Bergamo Cives e Associazione Comunità Emmaus, e le principali istituzioni cittadine, tra cui il Comune di Bergamo, ATS, ASST Papa Giovanni XXIII e Ufficio Scolastico Territoriale

In particolare, l’Associazione Comunità Emmaus promuove da anni progetti di prevenzione e educazione alla salute sessuale e all’affettività rivolte agli studenti delle scuole superiori bergamasche che rivelano un apparente calo di interesse e di informazioni corrette su questi temi ma, al tempo stesso, il desiderio di affrontare questi argomenti in modo aperto e chiaro non appena se ne offre la possibilità: circa 3500 studenti incontrati dal 2019 ad oggi col progetto #cHIVuoleconoscere, altri 1000 in programma entro la fine di questo anno scolastico. Oltre 100 elaborati realizzati dagli stessi studenti (poster, video, prodotti multimediali) sono statu utilizzati per le campagne di informazione e sensibilizzazione di Bergamo Fast-track City.

Lo scorso anno è stato aperto il Check point cittadino in via Moroni, 93 un luogo in cui poter effettuare il test per HIV (ma anche Epatite C e Sifilide) in modo rapido anonimo e gratuito tutti i mercoledì dalle 18 alle 22 e in occasione di altri eventi ed iniziative, come la recente European Testing Week 

Fare il test è un atto di responsabilità e di cura della propria e altrui salute ed incentivare l’accesso al test può aiutare a far emergere il sommerso perché diverse persone non sono consapevoli dell’infezione (circa 300 si stima a Bergamo), non avendo mai fatto il test, e la consapevolezza, come spiegato sopra, fa la differenza sia in termini di salute personale che di trasmissione del virus ad altre persone.

Immagine di copertina foto di Anna Shvets da Pexels

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