Voci urbane è il blog di Bergamo per i Giovani, le Politiche Giovanili del Comune di Bergamo, un luogo di approfondimento e racconti!
Quando parliamo con le e i giovani di futuro e lavoro non c’è un atteggiamento univoco: c’è chi pensa non lo troverà mai perché il lavoro non c’è, chi sta già programmando i propri studi per costruire il percorso verso la professione che farà, chi non ci pensa proprio e vive il qui e ora.
In un recente sondaggio promosso dal Consiglio Regionale in collaborazione con ANCI e Ufficio Scolastico, emerge che per il 93,2% dei giovani lombardi la famiglia è la cosa più importante della vita seguita da lavoro (76,1%) e amicizie. Il 17% di loro sogna di poter svolgere l’attività di libero professionista, il 14% quella di impiegato e il 12% di imprenditore.
Dalle discussioni che abbiamo con le e i giovani quotidianamente, spesso notiamo la voglia di approcciarsi ai vecchi lavori attraverso nuovi mezzi digitali. I ragazzi e le ragazze lo sanno bene: per soddisfare le esigenze del cambiamento tecnologico, c’è bisogno di competenze diverse da quelle tradizionali. Le persone che si approcciano ai primi lavori sentono impellente la necessità della digital transformation, che impone di cambiare le operazioni e le abitudini lavorative in base alle nuove tecnologie, e non semplicemente adottarle ma, spesso, riferisce Giorgio Montisci, operatore dell’Informagiovani, "pensando che il mercato non sia pronto ad accogliere la richiesta di lavoro digitalizzato e che le competenze tecnologiche acquisite a scuola non verranno riconosciute”.
Per avere uno sguardo ampio sull’idea di futuro delle nuove generazioni, abbiamo chiesto a tre servizi differenti “qual è il sogno più grande per una o un giovane oggi?”.
Anna Stancheris, coordinatrice degli Spazi di Quartiere riporta che “nelle ultime settimane, abbiamo lavorato con tante terze medie, all’interno dei percorsi sull’orientamento, su sogni e obiettivi per il futuro e spesso è emerso il desiderio di avere tanti soldi. Alla richiesta di specificare come si pensa di poter realizzare questo sogno, la risposta è ‘diventando imprenditore’ salvo poi non sapere esattemente cosa fa un imprenditore e in che campo diventarlo”.
Arianna Boroni di Giovani Onde, il servizio di educativa di strada, invece incontra giovani di una fascia di età differente e riporta che: “negli adolescenti è evidente la confusione che hanno dentro e l’insofferenza nel non avere un posto, un luogo, un contesto protetto in cui sperimentare, fare ordine e crescere. Principalmente i ragazzi che ho incontrato vogliono passare del tempo insieme, vivere l’amicizia e l’amore con l’esuberanza che li contraddistingue, sperimentare, giocare a fare gli adulti senza dare fastidio a chi adulto lo è già”.
Giorgio, dello Spazio Informagiovani, riporta invece un sentimento che riscontra nei ventenni: “Le ragazze e i ragazzi di 20 anni cominciano ad essere in ricerca di autonomia cercando di non snaturare i propri studi e di seguire la propria predisposizione. L’obiettivo è avere un riconoscimento lavorativo e puntare a diventare indipendenti quanto prima”.
Dall’Informagiovani, passando per gli Spazi di quartiere e nelle strade sembrerebbe che giovani e giovanissime/i non abbiano perso le loro ambizioni e che la pandemia non abbia cancellato i loro sogni. Sono le speranze che le ragazze e i ragazzi continuano ad avere e quello che cerchiamo di fare insieme a loro è rendere concreti i loro desideri.
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