Voci urbane è il blog di Bergamo per i Giovani, le Politiche Giovanili del Comune di Bergamo, un luogo di approfondimento e racconti!
C’era ogni anno, e per qualche persona fortunata continua ad esserci, quel perfetto mix di euforia e trepidazione che accompagnava il periodo natalizio, quando tra pranzi, cene, strenne e regali, ci si trovava sempre a proprio agio. Poi, tra bene e male, si inizia a crescere e a notare i tanti "mah" che l’entusiasmo prima celava:
Di anno in anno si acuisce la sensazione che i tanto declamati valori di condivisione continuino a sfuggirci. E nella ricerca di qualcosa che sappia dare un senso alla frenesia e ai consumi, finiamo per somigliare rovinosamente al Grinch. Non è così?
Se anche quest’anno hai trovato sotto l’albero solo regali poco graditi, nessuna prospettiva di partecipazione e opzioni poco sostenibili, se il tuo ritornello preferito è “fa’ che nonna mi abbia regalato i contanti e non il solito paio di guanti”, come cantano gli Zen Circus in Canzone di Natale, forse possiamo darti un punto di vista diverso per l’anno nuovo… e anche qualche consiglio per reinvestire i regali di cui proprio non avevi bisogno. Si chiama economia circolare.
La Fondazione Ellen MacArthur, dedicata proprio alla divulgazione e sensibilizzazione sui temi dell’economia circolare, la descrive come un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. È un modello di produzione e consumo che mira all’estensione del ciclo di vita dei prodotti, contribuendo alla riduzione dei rifiuti. Una risposta plausibile, ma soprattutto possibile, alle richieste di sostenibilità ambientale e sociale che sempre più vengono mosse dalle giovani generazioni.
Ne parlano anche, con crescente attenzione, il Parlamento Europeo e il MITE, e lo fanno chiedendo un reale impegno alle aziende per reintrodurre nel ciclo economico, in cambio di sgravi fiscali e importanti incentivi, i materiali di scarto o ciò che resta di prodotti che hanno terminato le loro funzioni. Non solo: a livello europeo sono in corso importanti richieste d'intervento per l'adozione di misure contro l'obsolescenza programmata dei prodotti, cioè quella strategia di produzione che prevede già un termine massimo di funzionamento per oggetti, soprattutto per quelli tecnologici.
Parlare di economia circolare presuppone di per sé l'immagine del cerchio, la linea chiusa e curva che per eccellenza descrive i processi che si autosostentano. Ed proprio l'autosostentamento ciò a cui si punta con questa forma rigenerativa di produzione, scambio e consumo.
I principi dell'economia circolare sono, poi, in netto contrasto con il modello di economia lineare a cui siamo abituat*, fondato su estrazione + produzione + utilizzo + rifiuto. Questo modello, con la linea retta che lo descrive, dipende da ciò che, con sempre più consapevolezza, non possiamo permetterci di ottenere nel 2022: grandi quantità di materiali e energia facilmente reperibili e a basso prezzo.
Più ci avviciniamo all’economia circolare, più diventa fondamentale spostare l’attenzione sui prodotti e sui materiali già esistenti, con l’obiettivo di rimetterli in circolo, appunto: le parole chiave diventano riutilizzare, riparare, rinnovare, ricondizionare, riciclare, ma anche condividere, scambiare e prestare. Da rifiuto a risorsa, insomma. E non si tratta solo di esigere un cambiamento dalle grandi aziende: nelle economie circolari davvero ognun* di noi può contribuire, compiendo scelte di consumo sostenibili, ecologiche, solidali. Mai come adesso siamo tutt* chiamat* a maggiore consapevolezza. Ok, ma cosa si può fare, allora?
Buone notizie! Innanzitutto possiamo sfatare il mito dell’Italia sempre agli ultimi posti nelle classifiche di virtuosismo: il Rapporto sull’economia circolare 2021 di Circular Economy Network ci consegna proprio il primato europeo per la mobilitazione di risorse e strategie a favore di questa forma di economia sostenibile. Non solo: il nostro Paese è anche bravissimo per quanto riguarda il riciclo dei rifiuti. Se pensiamo quanto questo faccia bene all’ambiente e alla lotta ai cambiamenti climatici, non possiamo che essere orgogliose e orgogliosi e continuare a fare meglio.
Ecco, quindi, i nostri buoni propositi per un 2022 all’insegna della circolarità:
Opzione A - il riciclo: fa bene all’ambiente, al portafogli e all’anima. Sicuramente c’è qualche persona che conosci che può apprezzare il doppione del libro che hai già letto o la candela dal profumo per te insopportabile.Opzione B - organizza uno swap party! Quante amiche e amici stanno aspettando, come te, di liberarsi del maglione di tre taglie più grande, della tazza barbosa, dell’ennesimo pacco di calze? Riunitevi per una cioccolata e scambiate tutto quello che vi può servire! (ma poi fateci sapere come va…)
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[…] Anche per la Fantahouse Tiktok è il pretesto per avviare una discussione su tematiche care al gruppo, che vengono poi trasformate in azioni concrete. Per esempio lo scorso autunno hanno organizzato uno swap party nel quale il fulcro era lo scambio gratuito di vestiti. Durante l’evento non è mancato un momento di confronto sul mondo del fast fashion e, in un pomeriggio di divertimento, sono riuscitə ad insegnare alle molte persone intervenute il valore della circular economy. […]