Voci urbane è il blog di Bergamo per i Giovani, le Politiche Giovanili del Comune di Bergamo, un luogo di approfondimento e racconti!
Il progetto Scuole Aperte, promosso dall’amministrazione comunale di Bergamo, nasce per rafforzare la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile del territorio e di formazione alla cittadinanza attiva, facilitando l’apertura degli edifici fuori dall’orario scolastico con tante attività e laboratori. Il progetto è attivo da diversi anni e, da novembre 2021, si è arricchito di una sperimentazione che coinvolge la secondaria di primo grado degli Istituti Comprensivi Camozzi e De Amicis.
Come tutti i progetti di Scuole Aperte vede una stretta collaborazione tra istituti scolastici, amministrazione, servizi comunali, terzo settore e associazioni. Pensato per offrire opportunità a ragazzi e ragazze, ma anche per aiutare i genitori nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
La grande novità è che le attività, rivolte agli iscritti alla secondaria, si svolgono per tutta la settimana, dal lunedì al venerdì, con la presenza di insegnanti, esperti esterni, assistenti educatori dell’area disabilità e operatori delle Politiche per i Giovani del Comune di Bergamo.
Infatti, oltre ai diversi laboratori c’è uno spazio che i ragazzi possono fruire liberamente ogni giorno: “Il CLUB”.
Scuole Aperte “Il Club” è un momento di aggregazione, socializzazione e svago con i pari, alla presenza di educatori ed educatrici professionali dedicati e qualificati nel lavorare con i preadolescenti; uno spazio di informalità che i ragazzi e le ragazze possono vivere liberamente, per il tempo che ritengono opportuno.
La creazione di spazi aperti di incontro e relazione nel contesto scolastico prevede la definizione e strutturazione di luoghi attrezzati e fruibili da parte di un'utenza ampia nell'ottica di valorizzare, in sinergia con le scuole,gliapprendimenti non formali e informali di ragazzi e ragazze in contesti extrascolastici.
L’esigenza di spazi informali in cui trascorrere i pomeriggi in relazione con i pari e imparare facendo insieme ad adulti di riferimento, è evidente: il riscontro numerico dei partecipanti al Club di questi primissimi mesi di sperimentazione è molto buono e sono oltre mille, in totale, gli accessi effettuati.
Potremmo definire Scuole Aperte come:
- un’opportunità per i ragazzi e le ragazze
- un sostegno per le famiglie
- un momento in cui socializzare
- uno spazio presidiato, da adulti di riferimento qualificati, in cui sperimentare
- una possibilità per sviluppare competenze trasversali
- uno spazio pomeridiano di continuità educativa dentro la scuola
- un tempo in cui lo spazio scuola si trasforma e lascia il posto a un modo diverso di apprendere
- un luogo in cui figure scolastiche ed extrascolastiche si spendono a favore dei preadolescenti
- un’occasione per i territori di fare proposte e spendersi per le nuove generazioni
E cosa non è?
- Non è uno spazio compiti nel senso tradizionale del termine
- Non è un’estensione delle attività scolastiche
- Non è un progetto totalmente e definitivamente strutturato, ma sperimentale.
Cosa significa quest’ultimo punto? Che questo progetto è solo all’inizio, sta muovendo i primi passi con alcuni buoni risultati e, chiaramente, alcune difficoltà che sono emerse solo vivendo l’esperienza.
Le criticità che si attraversano nella realizzazione di un progetto così pionieristico e innovativo aiutano ogni giorno a raddrizzare la rotta, a orientare, a immaginare una migliore ripartenza per il prossimo anno.
Sì, perché contiamo non solo di concludere al meglio questo anno scolastico, ma di tornare il prossimo con tante novità, più consapevolezze e meno restrizioni (legate in particolare al covid); e con la certezza che ogni pomeriggio, decine di ragazzi e ragazze sono pronti a entrare a scuola per un altro magico momento in Scuole Aperte.
Aspettatevi aggiornamenti sugli sviluppi futuri!
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Il progetto Scuole Aperte, già attuato in altre regioni (per esempio Val d’Aosta) soddisfa un bisogno grande. Peccato non aver colto l’opportunità, in questi anni di pandemia, di estendere queste attività anche al periodo estivo.
Le secondarie di 2’ grado, dal canto loro, hanno proposto una programmazione estiva (5’ licei) interessantissima..Quanto altro tempo ci servirà per comprendere che i ns pre-adolescenti e adolescenti desiderano proposte strutturate, varie ed estese nel tempo?
Grazie per il commento: hai colto nel segno!
Bisognerebbe fare un pensiero strutturale e di ampio respiro, con adeguati investimenti a livello nazionale, che sostengano le progettualità a favore dei giovani.